Scopri perché a Venezia le piazze si chiamano Campi e le vie si chiamano calli.
Abbastanza insolito che in una città di mare come Venezia si usino termini della cultura contadina, come “campo” per indicare le piazze.
Per scoprire la ragione, dobbiamo tornare alle origini di Venezia
Per trovare l’origine di questa “stranezza”, dobbiamo andare ai primi nuclei abitativi in laguna.
All’epoca dei primi insediamenti in laguna, Venezia era un insieme di “isolotti” più o meno emersi, non collegati tra loro.
Ogni isolotto ospitava un nucleo abitativo.
Le abitazioni erano costruite vicino all’acqua con gli ingressi rivolti verso il canale.
Dietro alle case, verso l’interno dell’isolotto, c’erano l’orto e il campo coltivato, che veniva considerato appunto “il retro” di casa.
Per gli spostamenti, la via mare era l’unica possibile, qualsiasi altra viabilità non era neppure considerata!
Chi voleva muoversi da casa, lo faceva in barca.
Nel VI secolo, alcune testimonianze ci dicono che i veneziani erano descritti come persone strane, sempre in acqua, e che tenevano le barche legate fuori casa così come in terraferma si teneva il proprio cavallo.
Nascono i ponti
Col passare del tempo la popolazione cresceva e fu necessario collegare gli isolotti tra loro, all’inizio con delle zattere o barche accostate, più tardi con delle passerelle in legno.
Solo verso il IX secolo si cominciò a costruire i ponti, che erano molto diversi da come li conosciamo oggi.
Infatti i primi erano in legno e poco arcuati, per permettere il passaggio di carri e animali, inoltre non erano fissi ma levatoi per il transito delle barche, all’occorrenza.
Troviamo i primi ponti in pietra, fissi, solo nel 1170, costruiti per agevolare la processione del Doge che a Pasqua andava da S.Marco a San Zaccaria.
Erano senza parapetti, che furono aggiunti solo nell’800.
(Curiosità, oggi a Venezia ci sono 417 ponti tra pubblici e privati).
La trasformazione dei Campi
Con l’aumento considerevole della popolazione in laguna fu necessario sfruttare al massimo gli spazi edificabili, tutti gli isolotti abitati vennero collegati da ponti fissi e si costruì anche nei famosi “retri” delle abitazioni.
- Quelli che erano campi coltivati quindi si trasformarono in “piazze” interne, aree pedonali sulle quali si affacciavano le case, ma continuarono a chiamarsi campi.
- Lo spazio che rimaneva tra l’una e l’altra casa, molto stretto, venne chiamato calle (dal latino callis = via).
Ai veneziani non interessava che le calli fossero comode da percorrere a piedi, nella loro mentalità la via pedonale non era usuale ma accessoria, ci si muoveva via acqua per lo più.
Per questo a Venezia le piazze si chiamano Campi e le vie calli
E per questo le vie sono tra le più strette al mondo, pensa che la calle più stretta di Venezia, che si chiama Calle Varisco, è larga solo 53 cm!
Per essere precisi, a Venezia c’è solo una piazza, Piazza San Marco e solo una strada, Strada Nova, che si chiama così perchè è relativamente recente, fu infatti costruita nel 1871.
Camminando a Venezia, proprio per la natura intricata e contorta delle calli, è facilissimo (e bellissimo a mio parere) perdersi.
A meno che non abbiate un appuntamento preciso, un’orario da rispettare, il mio consiglio è proprio quello di dimenticare il navigatore, di immergersi in questo dedalo di vie affascinanti che sembra davvero appartenere ad un altro mondo.
Spesso infatti, perdendosi ci si ritrova!
Spero che il mio articolo sul perché a Venezia le piazze si chiamano Campi ti sia piaciuto, per arricchire la tua visita in questa magica città, ti lascio il link alla pagina dedicata. Buona lettura!
Alice
La Casetta Guesthouse
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